Cosenza, dove la ‘ndrangheta è arrivata per ultima
febbraio 12, 2012 Lascia un commento
COSENZA – Una bomba in un bar del centro, un camion della raccolta rifiuti fermato con le armi e dato alle fiamme e il figlio di un noto boss scomparso nel nulla. Tutto questo è accaduto dall’inizio del nuovo anno a Cosenza, la più a nord delle città della Calabria, con una popolazione di poco più di 70 mila abitanti. Ed anche l’ultima provincia, come spiegano Nicola Gratteri e Antonio Nicaso in Fratelli di sangue, a finire nella morsa della ‘ndrangheta all’inizio del Novecento. Forse anche per questo considerata da molti “un’isola felice”. «È un inganno storico», spiega Arcangelo Badolati, capocronista del quotidiano La Gazzetta del Sud e autore di numerosi libri sulla criminalità calabrese, «certo, c’era e c’è una qualità della vita più alta rispetto ad altre province. Ma anche qui la criminalità fa quello che vuole: negli ultimi due anni ci sono stati almeno 200 atti intimidatori contro imprese e attività commerciali». Il prefetto Raffaele Cannizzaro, però, ha rassicurato i cittadini: «Non c’è un fenomeno di allarme in questa città e in questa provincia». E il sindaco Mario Occhiuto, architetto di fama internazionale candidato del centrodestra in quota Udc ed eletto nel maggio 2011, conferma: «Cosenza non è un’isola felice, ma questi sono solo casi isolati».