Sara la «cosiddetta»

Il suo profilo di Facebook è quello di una qualsiasi ragazza che domani compie 25 anni. Molto popular, sì, visti gli oltre 1500 amici che aumentano a vista d’occhio. Ma pur sempre una ragazza normale, con tanto di fotografie in posa con le amiche e scatti al cagnolino di casa. Eppure Sara Giudice, milanese di stirpe politica, è il volto nuovo dei rottamatori del Popolo della Libertà. Nonché l’autrice della petizione per la richiesta di dimissioni di Nicole Minetti, ex soubrette di Colorado Café, ex igienista dentale di Silvio Berlusconi e consigliera regionale della Lombardia nella lista del Pdl. Un cavallo di Troia all’interno dello stesso partito berlusconiano, che già nel cognome – Giudice – sembra non andare proprio a genio al proprietario di Villa San Martino.

Sara la «cosiddetta», come Silvio Berlusconi ha definito le ospiti dell’Infedele di Gad Lerner lo scorso lunedì, è cresciuta a pane e politica. Il padre Vincenzo, di origini salernitane, è uno dei tanti socialisti convertiti a Forza Italia dopo il 1992. Ex dirigente della Uil Sanità di Milano, ex presidente della società pubblica Zincar (fallita nel maggio 2009 con un buco di 18 milioni di euro), più volte consigliere comunale e anche presidente del Consiglio milanese. Morattiano della prima ora, papà Vincenzo tra gli anni Settanta e Ottanta è stato anche dirigente del Pio Albergo Trivulzio, la Baggina milanese da dove cominciò a franare la Prima Repubblica.

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